Nuova sistemazione e appello per il restauro
Fino a qualche mese fa, i fedeli carmagnolesi potevano ammirare il dipinto raffigurante l’Angelo Custode sul secondo altare della navata sinistra. Gli studi di Ilaria Pani per il libro dedicato alla nostra Collegiata hanno chiarito definitivamente che l’altare in questione era dedicato a San Pietro in Vincoli, su cui era collocato l’omonimo dipinto, ritrovato presso il laboratorio Nicola di Aramengo (I. Pani, 2014, pp. 50-51). Dal novembre del 2014 la tela di San Pietro in Vincoli, restaurata dagli stessi Nicola, ha ritrovato la sua casa.
E il nostro amato Angelo Custode? Per ora è stato sistemato sopra l’ingresso della Collegiata, a protezione di tutti i carmagnolesi che vi entrano. Questo spostamento, tuttavia, è soltanto l’ultimo, perché l’opera ha cambiato collocazione più volte tra l’inizio dell’Ottocento e la metà del Novecento. Nella visita pastorale di monsignor Marenco del 1628 l’altare dedicato al culto dell’Angelo Custode era localizzato al fondo della navata destra, prima dell’ingresso nell’attuale cappella dell’Immacolata Concezione. Nel 1799 l’altare fu ceduto alla Compagnia del Suffragio, che si impegnava a mantenere vivo il culto per l’Angelo Custode e continua la cura per la sua immagine dipinta (F. Grana, 2014, p. 125).
Non si conoscono ancora con certezza gli spostamenti successivi del dipinto fino alla metà del Novecento quando, dopo i restauri del 1956, l’icona fu collocata sull’antico altare di San Pietro in Vincoli. Il dipinto subì un evidente ridimensionamento, come appare dal taglio delle ali e di parte del demonio in basso (Pani, 2014, p. 192).
L’iconografia dell’Angelo Custode si era diffusa ampiamente in epoca controriformistica, con la nascita di numerose compagnie religiose e l’erezione di cappelle e altari a lui dedicati. Tra le opere più significative in territorio piemontese e modello per il dipinto carmagnolese è l’opera raffigurante l’Angelo Custode di Antonino Parentani collocata nel Duomo di Torino, di cui la tela carmagnolese fornisce una versione semplificata, ma stringente. Il modello comune risulta essere l’incisione della “Trinità e angeli” di Johann Sadeler su disegno di Antonio Maria Viani, immagine conosciuta a Carmagnola perché presa a modello per un dipinto presente nella parrocchiale di borgo San Bernardo (Pani, ibidem).
Il nostro Angelo Custode protegge fisicamente il fanciullo, simbolo dell’innocenza, dalle tentazioni del maligno ed estende la sua tutela anche sulla città di Carmagnola, raffigurata con precisione sullo sfondo. Questa versione dell’Angelo Custode predilige una sorta di focus ravvicinato sulla bellissima figura dell’Angelo, di cui l’artista cura con pacata dolcezza l’espressione del viso e ne modella con sicurezza l’anatomia possente, esaltata dal brillante cangiantismo delle vesti. Resta ancora da definire con chiarezza la cronologia della pala carmagnolese, vicina alla produzione di Parentani degli anni 1607-1608, ma che la critica ha collocato tra 1620 e 1628 per motivi storici rigorosi.
Bibliografia:
I. Pani, Decorazione e interventi architettonici nella Collegiata tra Seicento e Settecento, in Studi sulla Collegiata dei Santi Pietro e Paolo di Carmagnola, a cura di I. Curletti, G.G. Fissore, G. Romano, 2014, pp. 45-61, 192.
F. Grana, Il patrimonio artistico della Collegiata tra Ottocento e primo Novecento, in ibidem, 2014, pp. 120-137.
Francesca Grana
In questa opera di restauro saranno coinvolti i parrocchiani che lo desiderano, e soprattutto i bambini e le famiglie in occasione del battesimo dei figli, delle prima comunioni, delle cresime. Troverete delle buste ad hoc in chiesa e potrete consegnarle in busta chiusa nelle bussole della chiesa o in ufficio parrocchiale.